lunedì 8 aprile 2013

Nomisma: pubblicato il I Rapporto sul mercato immobiliare 2013


l quadro delineato dal Rapporto è poco confortante: meno liquidità e previsioni di prezzi ancora in calo.
Secondo quanto afferma Luca Dondi, responsabile settore immobiliare di Nomisma: “Il ridimensionamento dei prezzi non è, in assenza di un ripensamento delle politiche creditizie, un elemento sufficiente a riportare verso il comparto una quota significativa della domanda potenziale. Nonostante il quadro recessivo e la continua erosione del reddito disponibile, l’interesse per l’acquisto immobiliare delle famiglie italiane risulta più che doppio rispetto agli attuali livelli di attività“.
In sostanza, è dal settore bancario, più che da interventi di repricing, che dipende la possibilità di rilanciare nel medio termine il mercato immobiliare.
Nel 2012 e nei primi mesi del 2013 si sono ulteriormente allungati i tempi di vendita: nelle 13 città intermedie che Nomisma utilizza come campione, i tempi di vendita si sono attestati tra i 9 mesi delle abitazioni (senza grosse differenze tra nuove e usate) e i quasi 13 mesi dei capannoni industriali. I tempi medi per le locazioni son un po’ più contenuti: circa 3,5 per le abitazioni e quasi 9 per i capannoni.
Le aspettative di realizzo da parte dell’offerta devono fare i conti con una domanda debole e con capacità di spesa limitate. Questo comporta che chi intende vendere è costretto a praticare uno sconto elevato sul prezzo richiesto.
Le prospettive per il biennio 2013-2014 non sono ottimistiche, a meno di svolte significative nelle condizioni che influiscono sul mercato immobiliare stesso. Le aspettative relative a reddito delle famiglie, livelli occupazionali, erogazioni degli istituti di credito e transazioni immobiliari sono peggiorate e questo comporta che anche per i prezzi si accentui un andamento deflattivo.
Secondo Nomisma, l’anno 2013 si chiuderà in tutti i comparti con una caduta media vicina ai 5 punti percentuali; nel 2014 la flessione si dovrebbe invece attestare poco al di sotto del 4%.
Fonte ATTICO

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